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Quando la contraccezione fa paura, controffensiva culturale dal Canada

Su Fototosintesi avevamo già trattato l’argomento con il servizio “Aifa, negata la libertà di vivere una storia d’amore sotto i 26 anni“. Ora tocca dar conto di un’americanata creata presumibilmente per alimentare la confusione sulla possibilità di avere rapporti umani liberi che ci distinguono dalla riproduzione unicamente biologica degli allevamenti animali. Ecco la perla.

La pillola contraccettiva potrebbe compromettere le regioni del cervello femminile che regolano la paura. A scoprirlo uno studio dell’Universitè du Québec à Montrèal, pubblicato su Frontiers in Endocrinology. Gli scienziati hanno scoperto che l’uso di contraccettivi orali può influenzare la morfologia cerebrale legata alla paura, una conoscenza che potrebbe approfondire la comprensione dei meccanismi relativi alla paura che colpiscono principalmente le donne.

Secondo le stime, sono più di 150 milioni, nel mondo, le donne utilizzano contraccettivi orali. I contraccettivi orali combinati o COC, composti da ormoni sintetici, sono il tipo più comune. Gli ormoni sessuali sono noti per modulare la rete cerebrale coinvolta nei processi di paura. Ora, un gruppo di ricercatori canadesi ha studiato gli effetti attuali e duraturi dell’uso di COC, nonché il ruolo degli ormoni sessuali sintetici e prodotti dal corpo sulle regioni cerebrali legate alla paura, i circuiti neurali attraverso i quali i timori vengono elaborati nel cervello. “Nel nostro studio abbiamo dimostrato che le donne sane che fanno uso di COC hanno una corteccia prefrontale ventromediale più sottile rispetto agli uomini”, ha dichiarato Alexandra Brouillard, ricercatrice dell’Université du Québèec a’ Montréal e prima autrice dello studio.

“Questa parte della corteccia prefrontale si occupa della regolazione delle emozioni, come la diminuzione dei segnali di paura nel contesto di una situazione sicura”, ha spiegato Brouillard. “I nostri risultati – ha continuato Brouillard – potrebbero rappresentare un meccanismo attraverso il quale i COC comprometterebbero la regolazione delle emozioni nelle donne”.

“Quando vengono prescritti i COC, le ragazze e le donne vengono informate dei vari effetti collaterali fisici, ad esempio che gli ormoni che assumeranno aboliranno il ciclo mestruale e impediranno l’ovulazione”, ha proseguito Brouillard. “Tuttavia, raramente vengono menzionati gli effetti degli ormoni sessuali sullo sviluppo del cervello, che si protrae fino alla prima età adulta”, ha aggiunto Brouillard.

“Considerando la diffusione dell’uso di COC, è importante capire meglio i suoi effetti attuali e a lungo termine sull’anatomia cerebrale e sulla regolazione emotiva”, hanno dichiarato i ricercatori. L’èquipe ha reclutato donne che stavano assumendo COC, che avevano fatto uso di COC prima dello studio, che non avevano mai usato alcuna forma di contraccezione ormonale e uomini. Il confronto tra questi gruppi ha permesso ai ricercatori di verificare se l’uso di COC fosse associato ad alterazioni morfologiche a breve o a lungo termine, nonché di rilevare le differenze di sesso, dal momento che è accertato che le donne sono più suscettibili di sperimentare disturbi legati all’ansia e allo stress rispetto agli uomini.

“Poiché abbiamo riscontrato un ridotto spessore corticale della corteccia prefrontale ventromediale nei consumatori di COC rispetto agli uomini, il nostro risultato suggerisce che i COC possono conferire un fattore di rischio per i deficit di regolazione delle emozioni durante l’uso corrente”, ha detto Brouillard. “L’impatto dell’uso di COC, tuttavia, potrebbe essere reversibile una volta interrotta l’assunzione”, hanno precisato i ricercatori.

Dato che l’effetto riscontrato nelle utilizzatrici attuali non è stato osservato nelle utilizzatrici passate, i risultati non supportano effetti anatomici duraturi dell’uso di COC. Ora, Brouillard e la sua squadra stanno studiando l’impatto dell’età di inizio e della durata dell’uso di contraccettivi orali per approfondire i potenziali effetti duraturi. Dato che molte ragazze iniziano a usare i COC durante l’adolescenza, un periodo delicato dello sviluppo cerebrale, l’età potrebbe avere un impatto sulla reversibilità. I ricercatori hanno anche avvertito che, al momento, non è possibile trarre conclusioni dai risultati anatomici all’impatto comportamentale e psicologico. “L’obiettivo del nostro lavoro non è quello di contrastare l’uso dei COC, ma è importante essere consapevoli che la pillola può avere un effetto sul cervello; il nostro fine è aumentare l’interesse scientifico per la salute delle donne e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prescrizione precoce dei COC e sullo sviluppo cerebrale, un argomento molto sconosciuto”, ha concluso Brouillard con buona pace di tutte le moderne scoperte scientifiche che tengono conto anche della realtà umana.

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