Un appello a essere “coraggiosi”. Acconsentendo a una “global minimum tax” a carico dei primi tremila miliardari della classifica mondiale. Obiettivo: ridurre le ingiustizie all’interno delle società e tra i Paesi, favorendo una “ridistribuzione della ricchezza”.
Il tema sarà sul tavolo dei capi di Stato e di governo del G20, che si riuniscono a Rio de Janeiro ospiti del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
In agenda ci sono i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, il commercio globale e i mutamenti climatici. Lo sguardo verso il Sud globale resterà comunque filo rosso della presidenza brasiliana del forum delle 20 potenze.
A spingere in favore della “global minimum tax”, chiedendo di dimostrare “coraggio”, è stato alla vigilia del vertice di Rio il ministro dell’Economia spagnolo Carlos Cuerpo. Il dirigente ha ricordato l’impegno assunto dai titolari delle Finanze del G20 a luglio: “Avviare un dialogo”, sta scritto in una loro dichiarazione, “su una tassazione progressiva ed equa nei confronti delle persone che hanno accumulato ricchezze straordinarie”.
La proposta brasiliana ipotizza un gettito di 250 miliardi di dollari l’anno a partire da imposte sui super-ricchi equivalenti al 2 per cento delle loro risorse. Il progetto ha ottenuto sin qui parere favorevole di Francia, Germania e Sudafrica, ma si è scontrato con l’opposizione degli Stati Uniti. La posizione di India e Cina è apparsa invece intermedia, come per certi versi quella dell’Italia.
E’ comunque probabile che a Rio de Janeiro riferimenti alla proposta siano contenuti nelle dichiarazioni conclusive. E della tassa si continuerà a parlare, anche in chiave di supporto e trasferimento di risorse ai Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. Accadrà molto probabilmente a Belem, la città dell’Amazzonia brasiliana che nel 2025 ospiterà la “Cop 30” delle Nazioni Unite. (DIRE)
Si è trattata di una prima volta e di una scommessa senza precedenti quella del presidente Lula: riunire poco prima del Summit dei Capi di Stato e di governo del G20, tutti i rappresentanti dei gruppi di impegno a Rio de Janeiro per elaborare una dichiarazione che parta dal basso da consegnare al summit. I gruppi di impegno sono i gruppi della società civile, dei movimenti e delle parti sociali: sindacati, imprenditori, movimenti sociali informali, ong, etc.
La Cgil, che quest’anno ha avuto il compito di dirigere i lavori del Labour7 (il summit dei sindacati dei Paesi del G7), ha partecipato ai lavori del G20 social e alle iniziative collaterali organizzate a Rio de Janeiro. I lavori sono stati organizzati attorno a tre aree tematiche: lotta alla fame, alla povertà e alle diseguaglianze; sostenibilità, cambiamento climatico, transizione giusta; riforma della governance globale. La dichiarazione contiene un forte appello agli stati ad unirsi all’Alleanza globale contro la fame e la povertà, in linea con l’agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.