Mondo

Quindici morti nell’ultimo raid israeliano a Damasco vicino alla sede dell’Onu

Sono 15 i morti nei raid israeliani che hanno preso di mira Damasco e la sua periferia. Lo riferisce il ministero della Difesa siriano.

L’agenzia di stampa siriana Sana aveva riferito di un raid israeliano nell’elegante quartiere Mazzé di Damasco, che ospita la sede delle Nazioni Unite, oltre ad ambasciate e istituzioni di sicurezza siriane. Secondo l’ong Osdh, quattro persone erano state uccise. “Un attacco israeliano ha preso di mira l’area di Mazzé a Damasco”, ha dichiarato l’agenzia di stampa Sana, citando informazioni preliminari e pubblicando un video di una strada che si riempie di fumo grigio. Nelle ultime settimane, questo quartiere è già stato colpito da bombardamenti dello stato ebraico, quello democratico.

Ron Dermer, ministro degli affari strategici di Netanyahu, è stato domenica scorsa a Mar-a-Lago, prima tappa del suo tour negli Stati Uniti, e ha detto a Donald Trump e Jared Kushner che Israele si sta affrettando a promuovere un accordo di cessate il fuoco in Libano. Lo riferisce il Washington Post, che cita tre attuali ed ex funzionari israeliani informati sull’incontro.

L’obiettivo di Israele sarebbe garantire una rapida vittoria in politica estera al presidente eletto. “C’è un accordo sul fatto che Israele regalerebbe qualcosa a Trump… che a gennaio ci sarà un accordo sul Libano”, ha detto un funzionario israeliano.

Le forze armate israeliane hanno compiuto almeno un attacco aereo sulla periferia sud di Beirut, poco dopo aver lanciato un ordine di evacuazione immediata alla popolazione. Lo ha constatato l’Afp, citando l’AfpTv, che mostra immagini di una nuvola di fumo.
Da martedì almeno 6 ondate di raid aerei hanno colpito, con le strutture Hezbollah nel mirino, la periferia sud della capitale libanese.

“Vi trovate vicini a installazioni e strutture di Hezbollah, contro le quali l’Idf compirà operazioni nel prossimo futuro”, ha detto un portavoce dell’esercito, invitando gli abitanti di Chouaifat al-Omrousiya e al-Ghobeiry, nel sud della capitale libanese, a evacuare “immediatamente”.

Condividi