Editoriale

Salvi i test di medicina: passa chi ha sbagliato

gioia piazziSiamo medici chirurghi, siamo 12.168 e a fine ottobre abbiamo sostenuto con fatica e speranza il primo concorso nazionale per l’ingresso in scuola di specializzazione. Molti di noi venivano da esperienze a dir poco deludenti all’interno dei propri reparti e del vecchio concorso. La speranza era che questa volta poteva essere diverso, doveva essere un concorso giusto. Non ci è importato di spostarci anche di 200 chilometri dal luogo di residenza, di prenotare alberghi o di rimandare impegni lavorativi per sostenere le prove. Ed ecco, invece, che già dal primo giorno iniziano ad arrivare le brutte notizie: a Torino, a un’intera aula è stato permesso di copiare, alla Sapienza di Roma non hanno tolto i cellulari ai candidati, in molte aule non c’era la giusta distanza tra i candidati e questo li ha favoriti.

Non siamo degli ingenui, lo sapevamo che poteva capitare e quindi siamo andati avanti con la speranza di un posto in specializzazione magari in una città lontana, ma almeno la possibilità di completare il nostro ciclo di studi. Il 1 novembre invece è arrivata una circolare del Ministero, il Cineca ha invertito i file con le domande della parte generale della seconda e della quarta prova. Persone che si erano preparate per mesi sulla medicina clinica si sono trovate trenta domande dell’area dei servizi e viceversa.

Le prove, secondo il ministro Giannini, dovevano essere quindi annullate e ripetute il 7 novembre. La nostra reazione non poteva che essere una pioggia di proteste e la richiesta di non annullare le due prove ma, alla luce di tutte le irregolarità e del gravissimo errore del Cineca, chiediamo lo stanziamento di 12.168 borse di studio, una per ciascuno di noi, per il danno subito (e anche perché, dopo tutto questo, chiunque di noi fosse rimasto fuori dalla graduatoria e avesse fatto ricorso sarebbe entrato).

Il 3 novembre la Giannini ha invece dichiarato di non voler più annullare le due prove ma solo due domande per ogni prova. Questo crea comunque un danno a ciascuno di noi in quanto chi ha risposto correttamente a quelle domande perderebbe due punti e chi invece le ha sbagliate guadagnerebbe 0,60 crediti, falsando così la graduatoria. A noi tutto questo non sembra un tentativo di tutelare noi concorrenti ma solo un sotterfugio legale per diminuire il numero dei ricorsi. Siamo profondamente indignati e ci vergogniamo profondamente del fatto che nel nostro Paese una cosa del genere non solo possa avvenire ma possa anche essere giustificata dalla classe politica.

Siamo 12.168 medici chirurghi che lavorano sulle ambulanze del 118, nelle cliniche private, come sostituti di medici di base e non abbiamo futuro. Noi chiediamo 12.168 borse di studio e le dimissioni del ministro Giannini. Ci troverete in piazza domani 5 novembre davanti al MIUR a viale trastevere a Roma, verremo da tutta Italia per riprenderci il nostro futuro.

Gioia Piazzi

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