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Sangue in Daghestan. Oltre quindici agenti uccisi, chiese e sinagoghe incendiate. Escluso qualsiasi coinvolgimento esterno nelle azioni dei jihadisti

Sono più di 15 gli agenti di polizia uccisi negli attacchi simultanei avvenuti nella regione russa del Daghestan, dove uomini armati hanno dato alle fiamme due sinagoghe e due chiese ortodosse nella capitale della repubblica, Makhachkala, e nella città costiera di Derbent. Nell’attacco hanno perso la vita anche diversi civili, tra cui padre Nikolaj, che ha prestato servizio per più di quarant’anni nella chiesa ortodossa di Derbent, e almeno quattro miliziani. Numerosi i feriti. Presi di mira anche un posto di blocco della polizia, dove sono stati uccisi sei agenti.

La Russia nel mirino del terrorismo

In conclusione la chiosa del prof. Francesco Dall’Aglio

Repubblica nega fortemente qualsiasi coinvolgimento esterno nelle azioni dei jihadisti in Daghestan e potrebbe tranquillamente avere ragione (per i motivi sbagliati, ma nondimeno ragione). Repubblica però è anche quella che il 5 novembre 2023, tramite niente poco di meno che Maurizio Molinari in persona, ci informava che Putin aveva arruolato gli jihadisti di cui sopra “nella sfida contro l’Occidente”, e che “le mosse del Cremlino parlano da sole”.

 

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