Economia

Si diffondono per l’Europa le proteste degli agricoltori contro l’Europa che li sovvenziona. Ecco perché

Prima la Germania, a dicembre. Poi Francia, Grecia, Belgio, Lussemburgo e infine Italia. Gli agricoltori europei protestano contro l’Europa. Eppure, il bilancio comunitario (che costituisce poco più dell’1 per cento del PIL europeo) è per circa un terzo destinato alla Politica agricola comune. Qual è il problema? Forse una ragione c’è: di tutti gli aiuti europei, più della metà finisce nelle tasche del dieci per cento degli imprenditori agricoli più ricchi che producono inquinamento e un impatto deleterio sul capitale naturale. Mentre solo il sei per cento dei soldi viene distribuito al cinquanta per cento degli agricoltori più poveri e meno dannosi per l’ambiente.

Gli agricoltori francesi e belgi bloccano il confine in diversi punti
Si tratta di un’azione congiunta tra gli agricoltori francesi e belgi. Nella Sambre, la frontiera tra i due Paesi è bloccata, in particolare a Bettignies ed Erquelinnes.

L’unità fa la forza. “È vero che negli ultimi giorni abbiamo avuto così tanti blocchi che ci siamo un po’ dispersi”, ammette Jean-Christophe Ruffin, segretario regionale della federazione regionale dei sindacati degli agricoltori.

Verso un “irrigidimento” del movimento?
Questa azione è un simbolo importante per Jean-Christophe Ruffin. “È un messaggio inviato all’Unione Europea, ai belgi e ai francesi, siamo tutti sulla stessa barca. Se la Commissione non ascolta la nostra rabbia, temo che il movimento si irrigidirà ulteriormente. »

“Camminiamo mano nella mano”, assicura Daniel Depotter, leader della federazione agricola vallone, presente anche lui a Bettignies. Chiediamo l’armonizzazione della legislazione fitosanitaria a livello europeo. » Daniel Depotter fa l’esempio dell’uso dei neonicotinoidi, che ora sono vietati. “Ma l’Europa fa il doppio gioco, perché autorizza l’importazione di zucchero ucraino… trattato con neonicotinoidi. Tutto questo deve finire, e dobbiamo anche fermare gli accordi di libero scambio, dobbiamo produrre di più in patria. »

La tazza è piena: “Non ho nemmeno più bisogno di lanciare appelli alla mobilitazione, gli agricoltori la bloccano da soli perché sono stufi”, avverte Jean-Christophe Ruffin. Giovedì, mano nella mano, i Sambriani e i loro vicini del Regno prendono la strada per Bruxelles, dove si tiene il vertice europeo straordinario alla presenza, tra gli altri, di Emmanuel Macron. La crisi agricola è (ovviamente) all’ordine del giorno del dibattito.
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