Numeri – ribadisco, esseri umani – che dovrebbero risuonare in ogni coscienza. Invece, come si legge nel rapporto annuale di SIPRI: “La sicurezza globale è notevolmente deteriorata rispetto a dieci anni fa. Nel mondo ci sono più guerre, è aumentata la spesa militare così come l’insicurezza alimentare”. Sempre Stoccolma ricorda che ondate di calore, siccità e alluvioni, conseguenze dirette del cambiamento climatico, colpiscono milioni di persone con costi umani ed economici anche in aree relativamente “ricche”. Se riconoscessimo l’imperativo dell’uguaglianza, ci riconosceremmo detentori degli stessi diritti ma anche degli stessi doveri. Le nostre mani sarebbero strumento di giustizia. Alla drammatica realtà denunciata in questi dati, EMERGENCY dedica un impegno quotidiano.
Nei numeri noi vediamo volti, storie, ferite e speranze. Dal Sudan e il nuovo conflitto – cui rispondiamo con la continuità delle cure nel Centro Salam di cardiochirurgia – all’Afghanistan dimenticato dal mondo, dall’Africa perennemente ai margini, alle acque letali del Mar Mediterraneo, alle periferie delle città italiane. Elenchi non statistici ma di cura, difesa della dignità e costruzione di ospedali e diritti umani. EMERGENCY continua a prendersi cura di milioni di persone da trent’anni perché è una comunità con una visione condivisa: i bisogni dell’altro riguardano ognuno di noi. EMERGENCY crede che non si possa delegare l’impegno che ci spetta individualmente per un mondo diverso. Continua ad affrontare nuove sfide perché ha una strategia: esserci. Ed essere umani.
Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY
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