Editoriale

What’s Your Name? Fotosintesi

C’è ancora tanto da fare, ma gli eventi da finimondo ci impongono di anticipare la “messa a terra” , direbbero retoricamente i nostri governanti, del nostro nuovo giornale chiamato Fotosintesi. Proverò concludendo a spiegare perché, ma prima ci tengo a precisare il senso della nostra sfida. Ci mettiamo in mezzo come operatori dell’informazione per dare un contributo alla chiarezza. Trasformare i fatti in notizia non è esercizio di poco conto.
Spesso la natura controversa di eventi come il presunto taglio delle teste ai neonati, il salvataggio delle persone in mare, sui monti o nel deserto, il riconoscimento dell’Holodomor come genocidio, i pogrom con i palestinesi, ebrei, azeri, curdi e tante altre popolazioni non solo prescindono dalla complessità storica, ma vengono stravolte dai capricci dell’ambizione politica, e che ora con la guerra in Ucraina e in Medioriente riaffiorano con rinnovato vigore per raggiungere evidenti obiettivi economici e di potere. Ragione per cui abbiamo chiesto a docenti, medici e attivisti di frontiera di affiancarci indossando stivali da storici e la spada dei “Sette Samurai” per calpestare con cautela, direbbero gli autori di Meridiano 13, le miniere della verità, del mito, della frode e della propaganda. Nell’opera di Akira Kurosawa del 1954 (incredibile) Il samurai Kanbei dichiara la sconfitta del guerriero e decreta la vittoria del contadino, di quell’essere umano che “ha paura se c’è il sole ed ha paura se c’è la pioggia”. Eppure, in qualche modo, ha vinto anche lui e perfino noi, risentendo gli squilli di quella tromba, abbiamo l’impressione di avere partecipato alla battaglia e di averne riportato qualcosa. Non necessariamente una vittoria, ma comunque qualcosa di importante.
Altro meglio di me aggiungeranno sul senso e significato di questo giornale il prof. Giovanni Savino e Roberto Pergameno con i loro editoriali che vi invito a leggere. Io torno al nome scelto: Fotosintesi. Qualcuno non giovanissimo ricorderà, oltre a Indymedia, Report Diffuso e Clorofilla. Clorofilla, non Clerofilla come disegnò l’arguto Vauro, è stata la prima agenzia stampa on line. Di quel periodo ricordo in particolar modo le inchieste su Aldo Moro e il servizio segreto l’Anello. Conservo ancora lo sbobinato della Tavola rotonda con magistrati e colleghi esperti sui misteri d’Italia. Non dimenticherò mai Andreotti che interviene in conferenza stampa furioso per la prima volta probabilmente in vita sua. Il che provocò la reazione cinica e divertita di Cossiga. Altri tempi ora c’è Fotosintesi, nuova linfa all’informazione.
Ho tirato giù tutti i faldoni conservati alla rinfusa nel mio studio, ma non l’ho trovato quel pezzullo scritto un secolo fa, da praticante, su La Nuova Ecologia. Avevo appena scoperto, chissà come, che tutto nasce nelle profondità degli oceani da un batterio praticamente nullafacente essendo, meschino, assolutamente impotente e quindi incapace di fare alcunché, finché… Un attimo, spieghiamo un pochino meglio. Occorre riavvolgere il nastro della vita di 3,5 miliardi di anni quando un fascio di luce oltrepassando un mare di mare, che piace immaginare poeticamente calmo, colpisce il nostro, allora inutile, batterio.
Parte tutto così. E’ l’inizio. Nasce la Terra così come la conosciamo. In quel miliardesimo di un miliardesimo di secondo avvenne infatti qualcosa di fondamentale per lo sviluppo delle piante e della vita stessa. Da quel fascio di luce che illumina il batterio si scatena insomma l’ira di dio: organismi unicellulari cominciano a fare fotosintesi. Fotosintesi? Sì, avete letto bene: fotosintesi ovvero l’arte di assorbire l’energia proveniente dal Sole per trasformarla in energia chimica. Così come noi ci proponiamo di trasformare senza artifici i fatti in notizie. Ecco dunque spiegato il nome scelto per la testata.
C’è tanto da fare perché la complessità delle situazioni che ci troviamo a vivere possa essere stimolo a conoscere, per raccontare senza falsificare… E contiamo di farlo insieme con tutti voi che, spero, ci seguirete attivamente sostenendoci anche criticamente.

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