Editoriale

SOCCORSO IN MARE Esseri umani, non numeri. L’allarme di Emergency per bocca di Rossella Miccio

Tante volte Rossella Miccio, attuale presidente di Emergency, ha visto la disumanizzazione in faccia, l’ha riconosciuta anche nello sguardo e sui volti di tante ragazzine distrutte in Libia, dopo averle strappate dal buio del mare e dell’odio di cui sono capaci gli uomini. “È una goccia, certo, ma inizia ad essere importante per l’unica cosa che ha senso fare, che è salvare vite”. Una goccia di oltre mille persone tratte in salvo dalla nave Life Support che l’associazione si è sentita in dovere di mettere in mare per non naufragare nell’indifferenza. Ecco le sue parole per ribadire ancora una volta che abbiamo l’obbligo di essere esseri umani.Esseri umani. Nel 2023, nel Mediterraneo centrale, i migranti dispersi sono stati 2.734 per una media di oltre 7 persone al giorno. Di questi, sulla stessa rotta migratoria almeno 289 sono bambini. Ma le stime per il futuro non sono migliori: nel 2024 le persone bisognose di aiuti umanitari e protezione saranno trecento milioni, a causa di conflitti, emergenze climatiche e altri fattori. Esseri umani in un elenco di vite interrotte. Storie che si perdono nella neutralità delle statistiche, evidenza matematica di problemi vitali cui la politica continua a non trovare soluzioni.

Numeri – ribadisco, esseri umani – che dovrebbero risuonare in ogni coscienza. Invece, come si legge nel rapporto annuale di SIPRI: “La sicurezza globale è notevolmente deteriorata rispetto a dieci anni fa. Nel mondo ci sono più guerre, è aumentata la spesa militare così come l’insicurezza alimentare”. Sempre Stoccolma ricorda che ondate di calore, siccità e alluvioni, conseguenze dirette del cambiamento climatico, colpiscono milioni di persone con costi umani ed economici anche in aree relativamente “ricche”. Se riconoscessimo l’imperativo dell’uguaglianza, ci riconosceremmo detentori degli stessi diritti ma anche degli stessi doveri. Le nostre mani sarebbero strumento di giustizia. Alla drammatica realtà denunciata in questi dati, EMERGENCY dedica un impegno quotidiano.

Nei numeri noi vediamo volti, storie, ferite e speranze. Dal Sudan e il nuovo conflitto – cui rispondiamo con la continuità delle cure nel Centro Salam di cardiochirurgia – all’Afghanistan dimenticato dal mondo, dall’Africa perennemente ai margini, alle acque letali del Mar Mediterraneo, alle periferie delle città italiane. Elenchi non statistici ma di cura, difesa della dignità e costruzione di ospedali e diritti umani. EMERGENCY continua a prendersi cura di milioni di persone da trent’anni perché è una comunità con una visione condivisa: i bisogni dell’altro riguardano ognuno di noi. EMERGENCY crede che non si possa delegare l’impegno che ci spetta individualmente per un mondo diverso. Continua ad affrontare nuove sfide perché ha una strategia: esserci. Ed essere umani.

Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY

 

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