Diritti

Sono una leader, non sono una “bossy”

ban-bossyBeyonce, Condoleezza Rice e Jane Lynch. Sono solo alcune delle donne che stanno sponsorizzando “Ban Bossy”. La nuova campagna di sensibilizzazione alla parità di genere che impazza sui social network di mezzo mondo. Con l’obiettivo di bandire la parola “prepotente” (“bossy”, appunto) dal vocabolario inglese. Perché troppo spesso utilizzata per additare le ragazzine che osano ambire a ruoli di leadership. Patrocinata da Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, il senso dell’iniziativa è chiaramente spiegato sulla loro pagina web: «Quando un ragazzino si afferma, viene chiamato “leader”. Ma quando è una bambina a fare la stessa cosa rischia di essere stigmatizzata come “prepotente”». Un aggettivo, questo, che nella lingua di Shakespeare assume una connotazione molto negativa per significare qualcosa di simile ad “autoritario”. Un atteggiamento sociale che plasma le giovani donne che in questo modo vengono scoraggiate dall’assumere ruoli da “capo” fin da piccolissime. Ivano Abbadessa (West)

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