A 34 anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino, arriva da città del Vaticano la notizia del giorno che dovrebbe far riflettere. Bergoglio non è nuovo a dichiarazioni considerate “rivoluzionarie” persino dall’ex leader dei disobbedienti e oggi capo di Mediterranea, ong che salva i naufraghi, Luca Casarini. Ma non solo lui, a sinistra son tanti ormai a considerarlo il nuovo Che Guevara. Parlando di pace e migrazione non è difficile comprendere le ragioni di tanta confusiva ammirazione, specie considerando la nebbia che avvolge nella navigazione la nave progressista, ma sul significato della parola “violenza” perchè, verrebbe da chiedersi, persino le femministe hanno ceduto il passo a sua “Mediocrità”.
“La violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società e che va eliminata dalle radici. E queste radici sono culturali e mentali, crescono nel terreno del pregiudizio, del possesso, dell’ingiustizia”. Così Papa Francesco nel messaggio per la campagna nazionale contro la violenza sulle donne organizzata da Rai Radio1, Gr1 & cadmi D.I.Re.
Parole, almeno apparentemente, incontrovertibili. Cerchiamo allora lumi tra chi si occupa di realtà umana. Ci risponde la psicologa, psicoterapeuta Elena Ilardi: “Parole che ci dovrebbero rendere perlomeno esterrefatti!” Perchè mai? “Parlare di “radici culturali e mentali” nella nostra società della violenza sulle donne da parte del capo di un’organizzazione verticistica che esclude, per principio dogmatico, la presenza delle donne sia nelle cariche pubbliche che nelle relazioni private (il celibato obbligatorio dei religiosi); considera la contraccezione peccato; afferma che l’aborto equivale ad un omicidio, considerando, contro ogni evidenza umana e scientifica, un embrione persona umana nata, la donna che abortisce una assassina, quindi condannata alla depressione a vita!”
In campo medico dunque le idee paiono più chiare che in quello politico dove la povera Michela Murgia ha rappresentato la massima espressione dello stato confusionale di massa dopo il sessantotto.
E approposito di femminismo “in troppi luoghi e troppe situazioni -aggiunge il capo di stato vaticano- le donne sono messe in secondo piano, sono considerate ‘inferiori’, come oggetti: e se una persona è ridotta a una cosa, allora non ne se ne vede più la dignità, la si considera solo una proprietà di cui si può disporre in tutto, fino addirittura a sopprimerla. Quante donne sono sopraffatte dal peso e dal dramma della violenza! Quante sono maltrattate, abusate, schiavizzate, vittime della prepotenza di chi pensa di poter disporre del loro corpo e della loro vita, obbligate ad arrendersi alla cupidigia degli uomini”.
Purtroppo, prosegue papa Francesco, “su questo i mass-media giocano ancora un ruolo ambiguo. Da una parte favoriscono il rispetto e la promozione delle donne; ma dall’altra trasmettono continuamente messaggi improntati all’edonismo e al consumismo, i cui modelli, sia maschili sia femminili, obbediscono ai criteri del successo, dell’autoaffermazione, della competizione, del potere di attrarre l’altro e dominarlo. Ma dove c’è dominio c’è abuso! Non è amore quello che esige prigionieri. Il Signore ci vuole liberi e in piena dignità! Davanti alla piaga degli abusi fisici e psicologici sulle donne c’è l’urgenza di riscoprire forme di relazioni giuste ed equilibrate, basate sul rispetto e sul riconoscimento reciproci. I condizionamenti di ogni tipo vanno contrastati con un’azione educativa che, a partire dalla famiglia, ponga al centro la persona con la sua dignità”.
“È nostro dovere, responsabilità di ciascuno – insiste Bergoglio – dare voce alle nostre sorelle senza voce: le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite. Non restiamo indifferenti! È necessario agire subito, a tutti i livelli, con determinazione, urgenza, coraggio. Dal cuore e dalla carne di una donna è venuta al mondo la salvezza; da come trattiamo la donna, in tutte le sue dimensioni, si rivela il nostro grado di umanità”.
“Care amiche e cari amici, auguro che questa “onda”, che oggi fate partire, sia davvero lunga e possa contribuire a un cambio di mentalità. Vi benedico e vi incoraggio ad andare avanti in questo impegno”, conclude il Papa.
Una bella omelia non c’è che dire. La messa cantata in coro, senza eccezione, da tutti i media ci fa infine capire il punto esatto a cui è arrivata l'”informazione” in questo Paese. E che sul significato di violenza come “annullamento” dovremo invece sicuramente tornare, interpellando tanti altri esperti per meglio separare, diciamo, il grano dal loglio.