Editoriale

Il suo nome è emerso tra iscritti alla P2 di Gelli: tessera 1621. La notte in cui Dirk Hammer venne ucciso da un colpo di fucile, lui urlava: “Italiani vi ammazzo tutti”

Quando un re (ma questo vale per qualsiasi uomo pubblico, in politica o in altri ambienti) alla sua morte viene ricordato più per un nefasto episodio di cronaca invece che per atti inerenti alla propria attività e al proprio rango, sicuramente non si può parlare di una persona di spessore. Vittorio Emanuele di Savoia, morto all’alba del 3 febbraio, nel 1979 fu indagato per la morte di Dirk Hamer, il ragazzo tedesco di 19 anni ferito gravemente nella notte tra il 17 e il 18 agosto mentre dormiva su una barca di amici al largo dell’isola di Cavallo in Corsica. Assolto dalla magistratura francese cadde in una intercettazione ambienta nella quale confidava al compagno di cella (era in carcere per l’inchiesta “vallettopoli”) di essere stato lui a sparare e a colpire Dirk. Conme se non bastasse, oltre a questo episodio si ricorda anche che Ii suo nome è emerso tra iscritti alla P2 di Gelli: tessera 1621.

Vittorio Emanuele era figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II (chiamato re di maggio per essere stato sul trono per un solo mese) e di Maria José. Dal 1983 è stato pretendente al trono d’Italia nonostante una disputa iniziata nel 2006 dalla linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta. Ma tutto ciò attiene alle segrete e private faccende della fu Casa Reale Italiana. Nulla delle vicende post risorgimentali della casata Savoia porta ad atti degni di rilievo storico se non per politiche contrarie alla dignità della nazione che pretendono di rappresentare. Valga per tutte la promulgazione delle famigerate leggi razziali, un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi applicati in Italia fra il 1938 e il primo lustro degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana, rivolti prevalentemente contro le persone ebree.

La reputazione di una famiglia reale o aristocratica può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui eventi storici, comportamenti individuali dei membri della famiglia, politica e opinioni pubbliche. Per quanto riguarda la famiglia Savoia, ci sono diversi motivi che hanno contribuito alla loro condanna storica.

Le dispute intorno alla famiglia Savoia partono dal periodo della formazione dell’Italia come nazione unificata nel XIX secolo. Questo coinvolgimento ha generato sentimenti contrastanti tra coloro che sostenevano o si opponevano al processo di unificazione. Ma queste polemiche sono nulla in confronto a ciò che fece Vittorio Emanuele III di Savoia Re d’Italia dal 1900 al 1946. Durante il periodo del regime fascista in Italia (1922-1943) l’identificazione e la connivenza con Benito Mussolini è stata totale, numerosi membri della famiglia Savoia hanno collaborato con il regime e il Partito Fascista. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il re Umberto II fu esiliato e la monarchia abolita in Italia a causa proprio di questa collaborazione. I membri della famiglia Savoia vissero in esilio per molti anni. Il loro ritorno in Italia è stato accolto con diverse reazioni. Alcuni ritenevano che avrebbero dovuto essere esclusi dalla vita politica italiana, mentre altri accettavano la loro presenza. Fu un altro dei regali della sinistra alla destra neo fascista che mentre nel periodo postbellico, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la sinistra italiana si oppose in modo significativo al rientro della famiglia Savoia in Italia, nel 2002 non ci fu una effettiva opposizione alla cancellazione della XIII disposizione transitoria che permise l’anno successivo a Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia di rientrare in Italia previo giuramento per iscritto di «fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro presidente della Repubblica».

Ho visto un re, sa l’ha vist cus’e’?, ha visto un re! Ah beh, sì beh cantava Jannacci. Povero re, e povero anche il cavallo, sì beh, ah beh, sì beh, ah beh. E’ morto un re, povero re e poveri anche i sui sudditi di quando governavano loro Ah beh, sì beh. Sarà sepolto a Superga e state sicuri che quella collina, nonostante la presenza di cotanta testa coronata, continuerà ad essere ricordata solo per la tragedia del grande Torino.

Fotosintesi.info, il quotidiano on line della sinistra sociale che sta dalla parte dei diritti umani

La nostra campagna di finanziamento dal basso va avanti. Il 2024 sarà un anno importante per l’informazione. Aiutaci a centrare i nostri obiettivi, aiutaci a moltiplicare le nostre pubblicazioni con foto e video.

Puoi effettuare una donazione una tantum, mensile o annuale, utilizzando PayPal.

 

 

Condividi