La popolazione anziana è in aumento in tutto il mondo con gli over 60 che passeranno dagli 841 milioni del 2013 a più di due miliardi nel 2050.
All’Italia, in particolare, spetta il primato di Paese con il più alto indice di vecchiaia del mondo. In un contesto di questo tipo è fondamentale che l’invecchiamento avvenga in maniera attiva (active ageing) per garantire agli anziani maggiore autonomia e indipendenza e migliorare la loro qualità di vita. Anche un’alimentazione sicura, in termini nutrizionali e igienico-sanitari, è essenziale per promuovere l’active ageing.
Tuttavia, come mostra un’indagine svolta dalla Sezione di igiene dell’Istituto di sanità pubblica, in collaborazione con gli Istituti di geriatria e di bioetica del Policlinico Gemelli e presentata durante la giornata per la Ricerca 2015 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, la tavola degli anziani italiani non brilla per equilibrio e sicurezza. Circa un anziano su tre ritiene di non nutrirsi in maniera equilibrata a causa di un consumo eccessivo di zuccheri, grassi o di cibo in generale.
Dati che si mostrano in accordo con le caratteristiche del campione in cui si osserva un indice di massa corporea medio con tendenza al sovrappeso (25,8). I soggetti intervistati, con età media di 74 anni, ricevono informazioni su una corretta alimentazione principalmente da televisione, giornali e internet (30%) e da professionisti sanitari (34,8%), quali dietologo e nutrizionista consultati per specifiche questioni di salute legate verosimilmente alla presenza di diabete e/o cardiopatie.
Solo il 15,4% si rivolge al medico di famiglia per avere tali informazioni. Il 40% degli intervistati riferisce che sta cercando di perdere peso e l’85% afferma di essere disposto a restrizioni alimentari per la propria salute. Il 40% dell’intero campione non prende visione dell’etichetta per valutare la composizione nutrizionale del prodotto.
Per quanto riguarda i temi di sicurezza e igiene, il 33,8% degli anziani riferisce di mangiare alimenti scaduti, anche più di una volta al mese, e quasi la metà dichiara di scongelare i cibi a temperatura ambiente, esponendosi a un aumentato rischio di Malattie a trasmissione alimentare. Nelle persone anziane, infatti, aumenta la suscettibilità a tutte le infezioni e questo aumento è associato a maggiore rischio di ospedalizzazione e morte rispetto al resto della popolazione. La salute degli anziani è un obiettivo prioritario per la Sanità pubblica del nostro Paese e passa necessariamente attraverso una responsabilizzazione consapevole degli anziani stessi. Supportati dai medici di medicina generale che, rappresentando il primo contatto dell’anziano con il Servizio sanitario, possono avere un ruolo chiave, e dalle persone che se ne prendono cura (badanti, familiari). In tal modo, i nostri “nonni” potranno avere tutti gli strumenti per fare delle scelte alimentari equilibrate e sicure, e poter così invecchiare in salute.