Quello che emerge con tutta evidenza analizzando i comportamenti e le reazioni dei Paesi occidentali di fronte agli eventi bellici recenti (e non) è che, con tutta evidenza, usiamo due pesi e due misure. La Russia invade l’Ucraina e noi siamo dalla parte dell’Ucraina, Israele invade il Libano e l’Occidente non dice niente. Quale il senso. Perché assistiamo a questo no sense? Perché in fondo non crediamo ai valori che sbandieriamo, ai valori in nome dei quali bombardiamo, curiamo i nostri interessi usando gli eserciti e forse sono proprio questi i nostri veri valori, perseguire i nostri interessi economici e strategici costi quel che costi.
C’è un doppio standard terribile, i palestinesi non sono perfettamente bianchi, sono a maggioranza musulmani, non sono biondi e cristiani come gli ucraini e questo purtroppo fa la differenza. In tutto questo è chiaro come ci sia una sottile forma di razzismo, più o meno consapevole, per cui una vita di un palestinese non è come una vita di un londinese, di un parigino o di un romano.
Se così non fosse di fronte a quello che succede in Medio Oriente o in Africa insorgeremmo, e questa è una cosa che demolisce dalle fondamenta la nostra idea di Occidente. Immanuel Kant diceva che la società civile avrebbe dovuto raggiungere un momento in cui il diritto valesse ovunque. E’ quello che noi in teoria affermiamo, le leggi dovrebbero essere uguali per tutti, salvo poi applicarle a nostro piacimento, in maniera radicalmente diversa a seconda dei nostri interessi.
Siamo dentro il cerchio stretto della guerra, è chiaro ed evidente che l’atteggiamento di Netanyahu è di colui che è più armato degli altri, è più forte, sa che gli altri hanno paura di lui e quindi spadroneggia. Perché nessuno sembra poterlo fermare? Perché nessuno in occidente veramente lo vuole fermare. Negli Stati Uniti c’è un momento di transizione. Si passa da vecchio presidente Biden a questa incognita rappresentata da Donald Trump, ma alla fine in entrambi gli schieramenti più realisticamente c’è l’idea che in fondo gli interessi occidentali siano garantiti da Israele e, quindi, nulla cambierà se non, forse, un maggiore attivismo diplomatico per non compromettere del tutto i rapporti con le monarchie del Golfo.
E’, però, un calcolo sbagliato, Israele in questa guerra sta perdendo se stesso, più colpisce brutalmente Gaza in maniera criminale più uccide a destra e a manca, fa scoppiare i telefoni, bombarda sembrando vittorioso, e più perde la propria anima, non solo, ma ogni morto che fa scatena una caccia all’ebreo nel resto del mondo. Con questo modo di agire senza essere fermato non solo Israele ma anche l’Occidente costruisce le ragioni per essere odiato, basterebbe chiedere cosa pensa il resto del mondo di noi occidentali, non fermare Israele è una scommessa davvero sbagliata.
Qualcuno afferma che se Hamas avesse usato i miliardi di aiuti umanitari forniti per decenni dall’Occidente nell’interesse del suo popolo, oggi Gaza sarebbe un’altra Dubai. Questo cosa vorrebbe dire, al netto del fatto che è sotto gli occhi di tutti che Hamas opera con una logica che con gli interessi del popolo palestinese ha poco a che vedere, che i palestinesi si possono chiudere in una gabbia, togliergli la libertà, la dignità nazionale e poi dargli dei soldi, questo sarebbe il modello occidentale?
Le geometrie politiche sono molto variabili, dopo l’11 settembre nel grande fronte crociato c’era Putin che venne arruolato come un sostenitore dell’Occidente contro lo Stato Islamico, adesso è il male assoluto. Ci hanno fatto credere che fosse in atto uno scontro di civiltà, ma di quale scontro parliamo quando a morire sono solo quelli di una parte sola, sembra più una guerra civile interna al mondo islamico che una guerra contro l’Occidente. Anche perché bisognerebbe spiegare di quale Occidente stiamo parlando.
Forse sarebbe il caso di destrutturare il concetto di Occidente, quando si dice Occidente si intendono i bianchi nell’Occidente, dentro i bianchi i maschi e dentro i maschi i ricchi, basta vedere la composizione della classe politica americana, sono bianchi e ricchi quelli che dettano le regole. La narrazione che fa di tutto questo uno scontro fra culture è molto comoda, ma è totalmente falsa. Questo noi e voi, è il cancro ideologico che sta distruggendo il mondo.
Se c’è qualcosa che ha un senso in Occidente, è un pensiero critico che riesca a mettere in discussione noi stessi radicalmente. Avremmo gli strumenti culturali per fare un passo in avanti e rileggere la storia nostra e del resto del mondo sotto una luce più chiara che mette in evidenza valori e disvalori, conquiste di civiltà e tragedie inenarrabili che fanno parte della nostra storia collettiva.
Altro che ringraziarci per le conquiste scientifiche come dice qualcuno, sono i nostri musei pieni delle cose dei loro Paesi che abbiamo portato via durante il periodo coloniale mica il contrario e dovevano pure ringraziarci? Certo la longevità africana oggi si è allungata di vent’anni rispetto a neanche un secolo fa grazie alla medicina occidentale. Le tecniche agricole occidentali fanno sì che oggi siano vivi, perché possono mangiare, un miliardo e quattrocento milioni di cinesi, di indiani, di africani, ma abbiamo ancora le statue degli schiavisti nelle piazze e quando gli studenti le contestano, diciamo che cancellano la storia. Forse vogliono solo raccontarla tutta la storia.
Se solo avessimo l’onesta e il coraggio di guardarci allo specchio capiremmo che non siamo migliori degli altri, non siamo portatori di una civiltà universalmente riconosciuta. Siamo parte un tutto dove noi possiamo contribuire con quello che di positivo abbiamo fatto nella nostra storia a patto che accettiamo di prenderci le responsabilità anche dei nostri errori che sono stati tanti e tragici. E allora si comprenderebbe che le civiltà non si combattono, chi combatte sono le nazioni per difendere chi, all’interno dei singoli Stati detiene il potere economico e politico. E sono gli stessi che hanno avuto la grande capacità di farci credere che combattiamo per i nostri valori, che invadiamo altri Paesi per portare democrazia.