“C’è il serio rischio di apparire come inutili Cassandre ma non spendere una parola sul fatto che oltre 25 milioni di cittadine e cittadini non siano andati a votare è stucchevole e, questo si, decisamente preoccupante”. Così Walter Massa, presidente nazionale Arci, commenta i risultati delle elezioni europee. “I numeri, rispetto alle politiche del 2022 – prosegue Massa – evidenziano che FDI perde 700mila voti, M5S ne perde oltre due milioni, Renzi e Calenda un milione, mentre il PD ne guadagna 150 mila e AVS ottiene 500mila voti in più. Ma il dato che colpisce di più – sottolinea Massa – è quello dell’astensione, un dato ancora più macroscopico se pensiamo che il quasi 30% strillato in pompa magna – ossia il dato raggiunto da Fratelli d’Italia, maggior partito della maggioranza di governo – corrisponde a poco meno di 6 milioni e mezzo di voti: di fatto 1/5 dell’astensionismo. Il nulla del nulla. Di fronte a questi risultati – conclude Massa – domandarsi perché circa 25 milioni di persone non siano andate a votare non solo ha un senso, ma diventa un obbligo per chi vuole cimentarsi con la politica e la rappresentanza. Queste elezioni europee segnano storicamente, per la prima volta nella storia repubblicana, una partecipazione al voto inferiore al 50%, con un crollo concentrato nel nord del Paese, dove il calo è stato del 10% circa più alto che nel resto del Paese”.
Stesso allarme arriva dal Forum Terzo Settore: “Per la prima volta nel nostro Paese, oltre la metà degli elettori non è andata a votare per il nuovo Parlamento europeo – osserva la portavoce, Vanessa Pallucchi – Il primo partito è quindi quello degli astenuti, che percepiscono troppo lontane l’Europa e la politica stessa, rinunciando così a esprimersi. Il calo sempre più grave della partecipazione è il dato più significativo e preoccupante di queste elezioni, su cui tutte le istituzioni dovrebbero concentrare attenzione ed energie. La risposta non può essere ridurre gli spazi di democrazia esistenti, ma ampliarli e approfondirli in tutti gli ambiti della vita politica, sociale ed economica del Paese, anche rafforzando il ruolo del Terzo settore come generatore di cittadinanza e partecipazione democratica”.
Di qui l’appello e la conclusione: Bisogna stimolare, valorizzare quanto più possibile l’esercizio della democrazia perché quando a vincere è l’astensionismo, perdiamo tutti”
Illustrazione di Davide Bonazzi
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