Sono passati più di due anni da quel fatidico 24 febbraio 2022 quando è iniziata questa nuova fase dell’eterna contesa tra Russia e Ucraina/NATO. Durante questi lunghi mesi di guerra ne abbiamo viste e sentite di ogni. E non avrei, quindi, dovuto meravigliarmi di fronte ai messaggi che in questi giorni ho ricevuto da un mio conoscente russo. E invece è stato uno scambio di messaggi molto istruttivo. A cominciare dalla sua personale situazione, imprenditore impegnato in lavori di edilizia per la pubblica amministrazione non viene pagato da due anni. Sarà anche un caso isolato ma (se questa non è la norma in Russia come lo è purtroppo in Italia dove i ritardi nei pagamenti vanno spesso ben oltre i due anni), potrebbe essere il sintomo di una difficoltà della pubblica amministrazione di fronte ad una congiuntura che, al di là dei dati macroeconomici con un PIL in pur minimo rialzo, presenta evidentemente segni di crisi.
“Ho una situazione molto strana e incomprensibile. In linea di principio, tutto doveva essere deciso sei mesi fa. Ma ora ci sono cose molto strane e non conosco le loro conseguenze e i loro termini e non so cosa farò dopo. Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e sono così a disagio. Non so davvero cosa fare. Tutta la mia esperienza di vita è stata inutile. Faccio qualcosa e si scopre che è sbagliato. Al contrario, non lo faccio e anche in questo caso mi sbaglio. Ma l’orizzonte di questi eventi è ogni giorno più lontano. Ci siamo tutti rilassati nei momenti di tranquillità e invece bisognava guardare all’esperienza dei nostri nonni. Quelli che avevano passato guerre e tempi difficili. Penso che sia solo l’inizio, qualcosa di veramente complicato, o forse spaventoso. Tutto ciò di cui ho bisogno è che mi sto muovendo il più velocemente possibile.”
In questo paragrafo ci sono numerosi elementi di riflessione. Innanzi tutto un senso di straniamento, di incredulità di fronte ad una situazione che evolve per strappi, non dando evidentemente punti di riferimento precisi a chi, come un imprenditore, di certezze vive. La Russia ha un vissuto di tragedie e di difficoltà sia economiche che politiche come nessun altro Paese in Europa. Il riferimento all’esperienza dei vecchi è un’ammissione di inadeguatezza di fronte ad una situazione improvvisa anche se non del tutto imprevedibile. E poi le ultime parole sono un pugno nello stomaco. “Penso che sia solo l’inizio, qualcosa di veramente complicato, o forse spaventoso.” Quando ho letto queste parole devo confessare che ho avuto un momento di smarrimento. La guerra totale, la terza guerra mondiale, l’uso di ordigni atomici…….. eccola là, tutto in una frase. Lo abbiamo già sentito da altri commentatori, si certo ma questo messaggio arriva da Mosca, è scritto da un imprenditore che conosce il mondo, è evocativo più di qualsiasi altra analisi politica.
Ma questo è solo l’inizio. La disamina della situazione continua. “Abbiamo ormai capito che il problema non è quello iniziato a febbraio 2022. Il mondo che abbiamo conosciuto negli ultimi cinquanta anni è la fine. Sono stato in Africa, in Asia… Nessuno vuole e può continuare a vivere come una colonia. L’ho sentito personalmente. Non dai singoli, ma da tutti. Nell’attuale conflitto, la situazione sta peggiorando per l’Occidente. E nel modo più terribile. La Russia doveva diventare più aggressiva anche se era strano. In realtà è ripartita la produzione, abbiamo iniziato a fare bene quello che prima importavamo. Sì, non subito perché è difficile, ma questo è sviluppo effettivo, indipendente. E lo vedo non solo in Russia. Non si tratta di pubblicità e propaganda è che l’economia globale è instabile a causa di fattori come gli interessi nazionali e la mancanza di un’unica fonte di potere. E questo significa l’inevitabile confronto tra l’Est e il Sud da una parte e l’Ovest dall’altra. Ma non è tutto. Il Medio Oriente non si raffredderà. Gli islamisti radicali (in senso lato) non sono una minaccia locale da qualche parte tra le montagne, sono tra noi. È una guerra di culture. E, scusate, ma capisco che strategia stanno attuando. Capisci. Per tanti anni, sono stati considerati uomini di seconda varietà, si è andati nella loro terra a fare le guerre… beh, un giorno esploderà. Penso presto. Ho visitato diverse ex colonie in Africa. È un incubo. I francesi hanno distrutto queste terre per secoli. Persone analfabete. Non si costruisce nulla mungendo le persone. Erano trattati come le bestie. Confrontate con quei Paesi con quelli con i quali l’URSS era amica. Scuole, università, biblioteche, ospedali e in generale la civiltà. Pensi che perdonino l’Occidente? E il clima cambia, presto tutto correrà a nord. Non lo so. Non vedo nulla di buono.”
Tutto ciò sembra avere una logica, non sono pochi gli analisti ed i politici in occidente che hanno le stesse opinioni. Va detto che il ricordo di un URSS portatore di benessere cozza non poco con la situazione economica interna dell’epoca. E comunque tutti quei benefits rivendicati dal mio interlocutore venivano pagati con un controllo altrettanto fermo sulle politiche di quei Paesi.
Ma ritorniamo alla situazione della guerra in Ucraina. “Quello che scrive il mio interlocutore farebbe la gioia del Prof. Alessandro Orsini che fin dal primo giorno di guerra continua ad affermare le stesse cose. “La Russia non può perdere in questo conflitto. I carri armati tedeschi sotto Kursk sono nel DNA dei russi e non si può perdonare. Tutti qui ricordano tutto. Non discuterò l’intera storia, ma credetemi, il sostegno della gente è del 95-99 per cento. E questo cinque per cento in generale non è solo contro la guerra, ma anche contro il fatto che secondo loro i russi opprimono qualsiasi cosa ovunque. Ancora una volta. Sembra propaganda. Ma questo è ciò che la gente pensa davvero.”
Come ho detto è la stessa opinione di molti analisti, specialmente quelli non embedded, compreso il richiamo alla lotta partigiana contro i tedeschi che, e questo è un fatto, vive nella memoria e nella coscienza del popolo russo come in nessun altro Paese. Discutibile ovviamente l’opinione che ci sia un 95-99 per cento di sostegno a Putin, i segnali che arrivano da Mosca raccontano di una certa stanchezza da parte della popolazione. Dopo una serie di affermazioni il mio corrispondente passa a richiedere la mia opinione su alcuni aspetti della situazione.
“Ho anche una domanda, se posso. Come appare tutto questo da parte tua? Cosa ne pensa la gente, non i giornali? Guardate come appare da questo lato: 1. Le Olimpiadi (neanche ne voglio discutere). 2. I valori tradizionali vengono gettati nella spazzatura, 3. Il nazismo in Ucraina è incoraggiato, 5. La moneta sovrana della Russia è stata rubata, 6. L’Europa è stata ingannata con il gas e costretta ad acquistare gas americano molto più costoso, 7. L’economia occidentale è in calo da diversi anni, mentre quella russa è in crescita, 8. Israele ha ucciso più civili e distrutto infrastrutture in sei mesi di chiunque altro. E tutto questo giustifica gli aiuti dell’occidente? (E tu sai che questo paese non mi è estraneo)*. Il tuo livello di comfort è diminuito molto? O si è alzato? Beh, o non è cambiato, com’è esattamente? Tutto ciò è vero, sono una vittima della propaganda russa? Non c’è nessuno che si fermi più, è una locomotiva a vapore senza freni.
I temi proposti in questo spezzone di corrispondenza potrebbero riempire le pagine di un libro. Su molte cose ha ragione a cominciare dalle Olimpiadi. Ad ogni edizione non si riesce a tener fuori la politica dallo sport. Ci sarebbero stati molti modi per far partecipare tutti gli atleti ma ancora una volta si è voluto utilizzare una manifestazione così importante per penalizzare quelli provenienti dai Paesi non allineati con la vulgata occidentalista. Sui valori tradizionali sappiamo dove va a parare, ne parlerà più avanti. Come dargli torto invece sul gas. Le grandi compagnie occidentali hanno preso la palla in balzo del conflitto ucraino per sostituirsi al fornitore tradizionale dell’Europa che è Gazprom. Sulla crisi dell’economia occidentale non ci sono dubbi mentre ce ne sono riguardo alla crescita del PIL russo se è proprio il comparto militare a tirare la volata a scapito del bilancio pubblico testimoniato proprio dal fatto che il mio interlocutore non riceve pagamenti da più di due anni. Su Israele sfonda una porta aperta, l’appoggio al governo Benjamin Netanyahu grida vendetta di fronte alla storia e al senso di umanità della presunta civiltà occidentale.
“Questo è ovviamente molto strano. Ho vissuto in Russia per tutta la mia vita. Forse sono una specie di conformista, ma ho sempre avuto abbastanza libertà di parola e di dissenso. Vengo generalmente da una famiglia di dissidenti. Voglio dire, ci sono davvero diversi argomenti tabù e pericolosi in Russia: LGBT (personalmente, la considero una malattia, come qualsiasi libro di riferimento medico prima del 2000), screditare l’esercito (ma mi sembra che in qualsiasi paese normale che fa la guerra, questo è normale), l’interferenza straniera nei media (qui sto zitto, ma ci ricordiamo delle rivoluzioni arancioni in tutto il mondo), la legalizzazione del nazismo (questo è importante per il nostro popolo), e cos’altro non ricordo, in ogni caso, questi argomenti non mi interessano… Tutti questi Navalny, Khodorkovsky e altri – beh, credetemi sono stato in questo settore, non conosco tutti personalmente, ovviamente, ma ci sono ancora persone più vili, viscide e avide da cercare. Quindi su altri argomenti – scrivere, parlare ecc. non c’è mai stato problema.”
E qui, ovviamente, i punti di dissenso con il mio interlocutore rasentano il cento per cento. Da questo elenco si vede con chiarezza la natura del regime russo. L’omosessualità come malattia è ovviamente incompatibile con la nostra cultura (Vannacci permettendo). Anche il concetto di screditamento dell’esercito è alquanto vago. Una cosa è il vilipendio altro è la critica e qui ho il sospetto che di questo si tratti, basta criticare anche velatamente l’esercito e la sua politica per essere attenzionati dall’FSB. Così come il concetto di interferenza dei media stranieri. Sembra evidente che sia un modo edulcorato per definire la censura della stampa estera. Per ultimo ci sono i giudizi non proprio amichevoli sui vari dissidenti (e dire che la sua la definisce una famiglia di dissidenti….). Su quest’ultimo punto parlano gli omicidi dei giornalisti e dei vari oligarchi che sono andati in rotta con lo Zar del terzo millennio. Unico punto che mi sento di sottoscrivere è l’opposizione alla legalizzazione del nazismo, un po poco direi.
La chiosa finale è divertente.
“È incredibile rileggere il mio testo. Non sono mai stato così patriottico e comunque, il fatto stesso che io stia scrivendo questi messaggi mi sorprende molto. O sto crescendo o sto invecchiando. O forse sono solo stanco? Anche se, probabilmente, se non sto con la mia gente nei momenti difficili, allora chi sono? Come si suol dire, non si sceglie la propria patria…”
Arrivati a questo punto ho auspicato un mio viaggio a Mosca per poter vedere più da vicino come stanno le cose. Questa la sua risposta.
“Non riesco nemmeno a immaginare quanto saresti sorpreso soprattutto, e l’ho già sentito dire da tutti gli stranieri, il livello di sicurezza pubblica e la qualità dei ristoranti i musei non ti sorprenderebbero. Ma è meglio non ora. Potresti avere problemi per questo in Italia. Il Grande Fratello non dorme. Semmai, in qualsiasi momento comunque venissi ti incontrerei, faremo un giro, ti mostrerei non solo il Big Theater e il Cremlino, ma la vita reale e quella delle persone vere.
E allora che dire, speriamo che la tua previsione sia sbagliata e che si creino presto le condizioni per poter viaggiare in Russia, sarebbe una bella cosa rivederci e mangiarci una rassol’nik calda e una fetta di ptič’e moloko. До свидания, мой друг…
* Il mio interlocutore ha doppio passaporto Russo e Israeliano.