Editoriale

Non posso vivere senza di te. Allora, bevo e ti massacro di botte

“Non posso vivere senza di te”. Quante volte l’avremo sentito dire o, addirittura, detto. Apparentemente inoffensiva, finanche dolce, insomma una dichiarazione d’amore. In verità la frase nasconde un significato neanche troppo latente che contrasta con la passione. Anzi, rappresenta il suo opposto se per amore s’intende tendere verso l’altro per la propria e altrui realizzazione che presuppone una propria e altrui libertà. Altrimenti detto: si vuol bene all’altro diverso da sé quando ci si sente liberi di lasciare libero l’oggetto del desiderio. Lo volete detto facile, facile? E così sia: Se tu non puoi vivere senza di me, non sei in grado, non hai sufficiente affettività per amarmi. Non dovrebbe essere troppo complicato da concepire tal concetto in un rapporto ideale, diciamo pure sano. E senza contaminazioni culturali che dai facoltosi college frequentati da radical chic statunitensi hanno fatto breccia, col passar del tempo, come il crack e il rock, nelle fila della sinistra nazionale. Sempre siano lodati Veltroni, Bertinotti, Vendola e compagnia bella. Cerchiamo però di non fraintendere: il terriccio culturale ove fermenta la malattia mentale ha di certo la sua importanza, ma le scale di grigio sono, ovviamente, infinite prima di giungere al nero che accieca: la patologia vera e propria. Un conto è capovolgere la “e” al termine della parola “persone” un conto è annullare le persone. E magari farle fuori fisicamente, così come hanno fatto tanti tedeschi con gli ebrei e, ora, molti ebrei fanno con i palestinesi. Siamo andati oltre, paura di sbandare? Proviamo allora, senza agitarci, a rimetterci su strada. Con calma. Un passo dietro l’altro per ritornare da dove siam partiti.

In nome del “transfemminismo”, idolo che sostituisce gli eredi di Giove, si usa da tempo sostituire le vocali con una x per abolire quella caratteristica identità femminile che rende le donne uguali e diverse dai maschi. Una moda che oltre a risultare incomprensibile e a farci perdere un’elezione politica dietro l’altra può produrre tanta e tale confusione da far ammalare le persone più fragili, ma anche questa è un’altra storia e ne riparleremo, all’occorrenza, con qualche esperto ospedaliero.

Torniamo al discorso del maschio che viene mollato e che davvero non può più vivere senza di lei. In quei casi, la propria carenza affettiva viene forse vissuta come altrui indifferenza.  E ciò che ti viene a mancare non è il sorriso o la carezza dell’altro ma qualcosa che ha a che fare con la propria dimensione psicologica. Non so vivere senza di te perché viene a mancare un mio equilibrio mentale. Qui, senza strumenti professionali (siamo umili cronisti), facciamo un gran salto e immaginiamo tutti i tentativi fallimentari per riempire quel vuoto. C’è chi anziché avviare un percorso psicoterapeutico scivola nella rabbia, chi in  psicofarmaci inadeguati e chi nell’alcol, come è successo al protagonista “infame” di questa storia. Una storia come tante, troppe. Questa viene da Caltagirone.

Salvata dalla telefonata della nonna. I carabinieri hanno arrestato un 24enne per maltrattamenti ai danni della compagna. L’anziana, disperata, ha dato l’allarme e salvato in questo modo la nipote. Determinante per la vittima, una 29enne di Caltagirone, è stata infatti la nonna che, udite le sue grida al telefono, ha allertato i carabinieri.

La conversazione telefonica è stata peraltro bruscamente interrotta dal convivente 24enne che dopo pochi minuti, tuttavia, si è visto arrivare i militari a casa che hanno trovato la donna, ancora scossa e tremante, con i segni addosso delle percosse; ha raccontato di non tollerare più le violenze del compagno dovute principalmente all’abuso di alcolici.

Tutto sarebbe iniziato circa un anno fa quando la coppia, avrebbe avuto sin dal principio problemi perché il 24enne, ubriaco di birra, iniziava poi a insultare la donna, a picchiarla e a minacciarla di morte.

Nonostante fosse destinatario, dal luglio 2023, del provvedimento di ammonimento del questore per i diversi episodi di violenza, il 24enne sarebbe diventato piu’ violento, peraltro in tante occasioni in presenza del figlio in tenera eta’. Il rapporto tra i due avrebbe raggiunto il punto di rottura, quando, dopo aver bevuto due bottiglie di birra, il giovane avrebbe chiesto alla donna anche i soldi per comprarne dell’altra. Al rifiuto di lei avrebbe iniziato a offenderla pesantemente ea minacciarla di morte.

Lei, con il bambino in braccio, avrebbe cercato di uscire, venendo bloccata in casa e picchiata. Nel frangente la vittima avrebbe ricevuto la telefonata da parte di sua nonna che ha fatto scattare l’allarme. I militari, dopo aver accertato le condizioni di salute della giovane, hanno anche allertato il 118 che l’ha accompagnata nel pronto soccorso dell’ospedale di Caltagirone, mentre il 24enne è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. Il gip ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura dell’allontanamento in casa familiare con divieto di comunicare con la vittima.

 

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