Rubiamo parole al gruppo di lavoro di Isrec Bergamo ETS per dar conto della loro bella iniziativa e per provare a dire altro. Vediamo se viene bene. Iniziamo con l’installazione dedicata ad Angelo Bendotti.
“Stasera mi fucileranno” è il titolo dell’ultimo libro che Bendotti prima di morire ha pubblicato nel novembre 2024 sul partigiano Giorgio Paglia ed è una citazione proprio dall’ultima lettera che, prima della fucilazione, Giorgio scrive alla fidanzata, Cicci Vandone.
Il libro aveva appena cominciato a girare, aveva già risvegliato commenti positivi e negativi ed era già concordato il calendario delle presentazioni. Per l’Isrec che ci lavorava ogni giorno, Angelo da quel libro aveva già tratto una nuova direzione di ricerca: “dobbiamo imparare a lavorare sul dolore di chi resta”.
A questa tensione di ricerca si è ha intrecciata l’inflessibilità e la testardaggine di Bendotti nel costruire un dialogo critico con la comunità bergamasca. Gli operatori sono quindi tornati a Casa della libertà, di fronte all’affresco di Santagata che santifica Antonio Locatelli come eroe cittadino.
In memoria di Angelo Bendotti, in quest’ottantesimo della Liberazione, all’interno di Cult!, il nuovo polo multiculturale della città che a Casa della Libertà si è costituito, Isrec vuole continuare a cercare modi e forme di Resistenza proprio da dove i partigiani fecero ripartire la vita democratica di quella provincia.
Dopo essere stati stati nell’atrio di Casa della Libertà il 27 gennaio con la forza e la fragilità del racconto delle donne che per prime hanno testimoniato Auschwitz all’Italia, ci ritornano nella ricorrenza del 25 aprile con le lettere dei condannati a morte della Resistenza. Si lavora su quelle dei bergamaschi per fare da contraltare all’affresco dell’eroe Locatelli. Sono partiti da sei parole di queste lettere, contrapponendo l’uso che ne veniva fatto in una prospettiva di comunità fascista e l’uso invece che ne fa chi sognava la libertà dal nazifascismo.
Questa installazione li guiderà verso il 4 maggio, data dell’inaugurazione della loro nuova sede, momento in cui le lettere dei condannati a morte bergamaschi, custodite nell’archivio, saranno esposte dopo il loro restauro. Grazie a Elisabetta Vergani e Sara Calvanelli (per Farneto teatro) le lettere dei condannati a morte della Resistenza bergamasca diventano voce e musica che irrompono nell’atrio facendo risuonare l’eredità degli uomini e delle donne della Resistenza: “Ritrovarci lì – spiegano gli organizzatori – ad ascoltare insieme, coi nostri corpi, vorrà dire chiederci a nostra volta di chi vogliamo dirci eredi”.
Fin qui la promozione de “Stasera mi fucileranno”, un’installazione per il 25 aprile 2025, in omaggio a Angelo Bendotti, che ora pieghiamo sui nostri incubi per capire se abbiamo uguale consapevolezza che siamo tuttora, non ce ne vogliano gli storici, un paese fascista – fondato sulle guerre e la violenza, sulla difesa del privilegio e della disuguaglianza. E se ciò continui a renderci, come accade agli amici bergamaschi, cittadini inquieti e capaci di scegliere la memoria e l’immaginario che intendiamo costruire nel cuore delle nostre comunità siano esse un quartiere ribelle o un borgo addormentato.
Ecco allora che virando lievemente, il pensiero volge verso quei momenti di lotte partigiane dove non sono certo se, da nonviolento, vi avrei partecipato.
So bene che ogni cosa va sempre contestualizzata storicamente, tuttavia non mi vedo a uccidere chicchessia, sia pure fascisti e nazisti. Molto più probabilmente mi sarei prestato a fare la staffetta o altro per oppormi al delirio collettivo innescato dai criminali Mussolini, Stalin e Hitler.
Ed oggi, mentre il capitalismo deflagra con frammenti radioattivi che invadono persino lo spazio, non c’è verso, come auspicava il buon Marx, di intravedere un percorso di trasformazione sociale che dovrebbe condurre a una società più equa e umana. Ma s’impone la diseguaglianza che porta inesorabilmente alla ferocia, alle guerre, al disumano. A Trump, Musk, Vance, Putin, Orban, khamenei, al-Shara, Al Masri, Erdogan, Netanyahu, Zelensky, bin Zayed, Saïed, Hlaing, Meloni, Tajani, La Russa, Del Mastro, Nordio, Vannacci, Salvini. E la fila di bestie feroci non finisce qui. Stasera, quando l’orologio dell’apocalisse si fermerà alla mezzanotte, non ci fucileranno, ma faranno svanire – statene certi – ogni nostro sogno.




