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Bombe di Israele colpiscono sede Mezzaluna palestinese e ospedale Khan Younis. L’appello di Amnesty

Un attacco aereo israeliano ha causato feriti e ingenti danni vicino alla sede della Mezzaluna Rossa Palestinese e all’ospedale Al-Amal a Khan Younis, dove oltre 4.000 sfollati cercano rifugio.

Amnesty International Italia e l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) hanno lanciato un appello congiunto al governo e alle istituzioni italiane per porre al centro dell’azione politica il rispetto dei diritti umani e della vita delle popolazioni civili, in risposta all’attuale escalation di violenza in Israele e in Palestina. “Da oltre tre settimane stiamo assistendo a uno scempio del diritto internazionale umanitario, con crimini di guerra commessi da entrambe le parti in conflitto contro le popolazioni civili avverse. È evidente che se non saranno affrontare le cause di fondo, altre generazioni cresceranno tra paura e desiderio di vendetta. L’Unione europea che, finora, ha applicato i consueti doppi standard manifestando solidarietà incondizionata a Israele senza condannarne i crimini commessi a Gaza e relegando i diritti dei palestinesi a una questione meramente umanitaria, deve decidere da che parte stare: pro o contro il diritto internazionale” dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri a Roma.

Anche per Silvia Stilli, presidente di Aoi “il conflitto israelo-palestinese non ha avuto inizio con la strage del 7 ottobre a firma Hamas: sono più di 50 anni di guerra e occupazioni militari, da 17 Gaza è sotto assedio. È l’ora di cessare il fuoco e di rispettare il diritto umanitario internazionale. A Gaza si contano 5.791 morti, di cui 2.360 minori, 1500 dispersi (870 minori) e 1 milione e 400.000 sfollati. Manca tutto quel che serve alla sopravvivenza: cibo, acqua, beni essenziali e salvavita, energia elettrica, carburante ed équipe mediche. L’evacuazione forzata da Israele nel sud di Gaza è impraticabile e insostenibile. Come organizzazioni umanitarie chiediamo che la priorità per il nostro governo, le leadership europee e mondiali sia la protezione della popolazione civile e il rispetto dei diritti umani”.

Le due associazioni, insieme ad altre organizzazioni della società civile, hanno unito le loro voci per chiedere alle istituzioni italiane, all’Unione europea e alla comunità internazionale, di affrontare con urgenza la crisi umanitaria a Gaza e le violazioni dei diritti umani. Il governo Israeliano deve porre fine all’assedio totale della Striscia di Gaza e garantire l’accesso ai beni essenziali e agli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile nella Striscia. Hamas deve rilasciare gli ostaggi israeliani. Si chiede al governo italiano di promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario, astenendosi dal fornire armi a qualsiasi parte coinvolta nel conflitto e sostenendo pubblicamente l’operato della Corte penale internazionale nelle indagini sui crimini commessi nella regione. Durante l’incontro, sono state condivise testimonianze dirette da Gaza e sono stati annunciati gli appuntamenti di mobilitazione congiunta dei prossimi giorni, con l’obiettivo di mettere al centro del dibattito i temi del diritto umanitario. Hanno preso la parola, tra gli altri, gli operatori umanitari come Yousef Hamdouna, la presidente di Assopace Palestina, Luisa Morgantini, e Maurizio Simoncelli della Rete Pace e Disarmo e della coalizione “Assisi Pace Giusta”.

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