Cucina Pensante

Mi dia un po’ di potassio, quello a foglie larghe

Principale catione (ione con carica positiva)  intracellulare, essenziale in quanto non sostituibile da altri elementi. La pur piccola quota di potassio extracellulare è coinvolta in processi fisiologici importanti, come la trasmissione degli impulsi nervosi, il controllo della contrattilità muscolare e della pressione arteriosa. Il potassio, così come il sodio, è contenuto negli alimenti in forma ionica, solubile e quindi disponibile all’assorbimento. Più del 90% del potassio di origine alimentare viene assorbito nel tratto prossimale dell’intestino tenue.

Carenza: grazie all’ampia distribuzione del potassio negli alimenti, è inesistente il deficit di potassio. I più importanti casi di deficit di potassio sono rappresentate da perdite eccessive per via gastroenterica (vomito prolungato, diarrea cronica, abuso di lassativi) o urinaria (uso di diuretici, alcuni tipi di nefropatia cronica e disturbi metabolici come l’acidosi diabetica). Il deficit di potassio comporta alterazione dei fenomeni elettrofisiologici delle membrane cellulari, stanchezza muscolare, anoressia, nausea, disattenzione, apprensione, sonnolenza ed alterazioni comportamentali, fino ad aritmia cardiaca anche fatali ed ileo paralitico per severe ipokalemie.

Eccessi: è impossibile avere eccesso di potassio se esiste una funzione renale normale. Intossicazione acuta di potassio può verificarsi per eccessiva somministrazione entrale o parenterale di potassio a livelli superiori a 450 mEq (17,5 g/die: un milliequivalente di potassio (mEq) corrisponde a 39 mg). L’iperkaliemia acuta può provocare arresto cardiaco.

Fabbisogno: i fabbisogni di potassio possono essere calcolati con il metodo fattoriale tenendo conto delle necessità per l’accrescimento (2 g di potassio/ Kg di tessuto magro depositato), della escrezione urinaria (27 – 90 mg/die), delle perdite con le feci (molto alte nei bambini) e delle perdite tegumentarie. Apporti di 20 mEq/ die (800 mg) di potassio consentono di mantener l’equilibrio ma a spese di una riduzione dei deposito e talora con diminuzione della kaliemia (< 4 mEq/l).

Quali sono gli alimenti ricchi di potassio? Fortunatamente il ventaglio dei cibi cui attingere per controbilanciare eventuali deficit di potassio è davvero ampio e sfizioso. Abbiamo già citato frutta e verdura: banane, albicocche (anche disidratate), agrumi, fichi, prugne, pesche, uva, kiwi sono fonti ad alto contenuto di potassio, così come le verdure a foglia verde, quali asparagi,broccoli, carciofi, cavoli, spinaci, indivia, rucola, lattuga. Prediligete il consumo di verdure crude o metodi di cottura semplici, in quanto più elaborate sono le preparazioni, maggiore è la dispersione del minerale. Preziosissime sono le patate (impariamo a consumarle con la buccia). Ricchi di potassio sono anche la soia e gli altri legumi, il pesce, i cereali integrali e alcune carni, tra cui il pollo. Una vera miniera di questo elemento si nasconde poi nella frutta in guscio, come pistacchi, mandorle, arachidi, noci, nocciole.

La formula del benessere, soprattutto per i soggetti ipertesi, per coloro che praticano intensa attività sportiva e per quanti, superati gli anni verdi, hanno necessità di non aggravare il calo fisiologico di questo minerale, è quindi più potassio nella dieta e meno sodio.

Condividi