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Accoltellati a Mestre mentre difendevano una donna da una rapina, morto un 26enne del centro sociale Rivolta

Un giovane di 26 anni, Giacomo Gobbato, è morto, mentre un amico, S.B, è rimasto ferito. Sono stati accoltellati mentre cercavano di proteggere una donna che stava subendo una rapina. L’aggressore, un 30enne di nazionalità moldava, ha tentato di allontanarsi ma è stato arrestato quasi subito. E’ accusato di omicidio. I due giovani fanno parte del centro sociale Rivolta. È successo questa notte in Corso del Popolo, a Mestre (Venezia).

“Questo per noi è il tempo del dolore, un dolore che toglie le parole – si legge nella pagina Facebook del Rivolta – Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo. A breve. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio. C’è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo, sarai sempre con noi”.

A seguito dei tragici fatti di cronaca, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha partecipato stamattina ad una riunione di coordinamento convocata d’urgenza in Prefettura assieme a tutte le forze dell’ordine. “A nome mio e di tutta la città, esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Giacomo Gobbato, che ieri notte ha perso la vita tentando generosamente di sventare una rapina. Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole – afferma il sindaco -. Massima fiducia nelle forze dell’ordine e negli inquirenti, che hanno già fermato il presunto responsabile e stanno conducendo le indagini per ricostruire i fatti. Ci sarà tempo per esprimere la mia amarezza e le mie convinzioni.”

Dalla bacheca del centro sociale Rivolta

Giacomo è morto perché non si è girato dall’altra parte, non ha fatto finta che tutto andasse bene perché era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni.

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