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Tiziano Paloni, interrogazione al ministro sul detenuto in coma per una meningite contratta in carcere

Dalle 14:30 alle 16:30. Questo il tempo concesso dal giudice, su richiesta dell’avvocato difensore, a mamma Anna, a papà Mario e a Valentina, sorella di Tiziano Paloni, per poter stare accanto a lui – dietro al vetro del reparto di terapia intensiva – con la speranza di vederlo uscire dal coma e ristabilirsi. Tiziano Paloni, 40enne romano, ricoverato d’urgenza al reparto malattive infettive dell’ospedale romano dopo aver contratto una meningite neisseria nel carcere romano di Regina Coeli dove era detenuto in attesa di giudizio. Una situazione critica quella del 40 del Prenestino Labicano, che dopo aver accusato un malore nella casa circondariale di Trastevere è stato trasportato all’ospedale Sant’Eugenio.

Arrivato nel nosocomio in coma è stato poi trasferito d’urgenza allo Spallanzani, “dove lotta fra la vita e la morte” dallo scorso 7 aprile. Avviata una profilassi dalla Asl Roma 1 per scongiurare altri contagi il caso di Tiziano è diventato un caso nazionale.

La senatrice Ilaria Cucchi
Un caso di cui si sta interessando anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto nel 2009 in seguito alle percosse subite dopo essere stato arrestato per droga. Senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra che in una nota dichiara: “Da organi di stampa abbiamo appreso che Tiziano Paloni, quarantenne romano detenuto in attesa di giudizio a Regina Coeli a Roma, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito dove è arrivato in coma e successivamente è stato trasferito all’ospedale Spallanzani. Da quanto risulta Tiziano Paloni è stato colpito da una forma grave di meningite batterica e le sue condizioni sono stazionarie. Tutto questo è avvenuto all’oscuro della sua famiglia che non è stata minimamente avvisata di quanto stava succedendo. Addirittura la sorella del detenuto ha dichiarato di aver ricevuto una chiamata da un familiare di un altro detenuto che li avvisava del trasferimento in ospedale”.

Interrogazione al ministro della Giustizia
Da qui la presentazione di una interrogazione al ministro della Giustizia del governo Meloni Carlo Nordio: “Nessuno si è degnato di avvisare i familiari delle condizioni del detenuto e, solo dopo l’intervento dell’avvocato, la famiglia ha potuto conoscere l’ospedale in cui era stato ricoverato. Una cosa gravissima e un segnale dell’inumanità che sono diventate le carceri del nostro Paese – prosegue la nota della senatrice Ilaria Cucchi -. Ho presentato un’interrogazione a Nordio per fare piena luce sul caso e per chiedere come sia stato possibile che si sia sviluppato un caso di meningite in carcere. Ho inoltre chiesto al ministro se ci sia un regolamento che preveda di avvisare i parenti sulle condizioni di salute dei detenuti e sui ricoveri fuori struttura, per conoscere se fosse presente personale medico competente e se l’assistenza sanitaria e i soccorsi per il signor Paloni siano stati tempestivi. I detenuti hanno diritto ad un trattamento sanitario efficiente. Il diritto alla salute non si può fermare sulla soglia del carcere”.

Gravi carenze e sovraffollamento
A denunciare l’accaduto anche il responsabile Ufficio di scopo Giubileo delle Persone e Partecipazione di Roma Capitale Andrea Catarci: “L’episodio – dice Catarci – evidenzia una volta di più le gravi carenze dei servizi sanitari negli istituti penali che, aggravate dal sovraffollamento e dalla riduzione del ricorso alle pene alternative, mettono a rischio sia la salute delle persone ristrette che quella del personale interno”. “Nell’esprimere la nostra vicinanza alla persona detenuta e ai familiari, auspichiamo un pronto miglioramento delle sue condizioni di salute”.

La famiglia di Tiziano Paloni
Famiglia di Tiziano Paloni, finito in carcere per sostanze stupefacenti, che continua a stare vicino al suo “ragazzo”. “Preghiamo di poterlo riabbracciare ogni momento – le parole di mamma Anna al nostro giornale -. La situazione è ancora critica ma non lo lasciamo solo. Siamo sempre al fianco del nostro Tiziano”. Famiglia Paloni che in attesa di poter riabbracciare il proprio caro si è affidata all’avvocato Fabio Harakati che dopo aver ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Paola Petti l’autorizzazione per tre familiari del 40enne di poterlo assistere in via permanente sino a che sussiste il ricovero, ha ottenuto dallo Spallanzani l’attestato di presenza del suo assistito. Nosocomio del Portuense dove – dopo il trasferimento di Tiziano Paloni – è arrivata anche sia il quadro clinico che la cartella clinica dell’infermeria del carcere di Regina Coeli e dell’ospedale Santo Spirito, con l’avvocato Harakati in attesa di poterla visionare e acquisire, dopo aver fatto richiesta al Gip. (romatoday)



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